Come impatterà la Digital Transformation nelle città? Quali sono gli ostacoli normativi da superare per offrire servizi a valore aggiunto attraverso la rete di illuminazione pubblica?
Il Webinar del 27 Aprile organizzato da LUMI ha esplorato i nuovi modelli di riqualificazione urbana per città intelligenti, digitali e sostenibili.
Ci è stato dato modo di parlare della normativa dei carichi esogeni e dell'adeguamento della rete di illuminazione pubblica all'erogazioni di servizi a valore aggiunto per la cittadinanza.
Estratto dell'intervento di Gianni Pignatelli.
Può una rete di illuminazione pubblica contribuire alla Digital Trasformation delle città e quali nuovi servizi potrebbero svilupparsi?
Secondo quanto riportato dal Key4biz, le principali società di telecomunicazione Verozin e AT&T si stanno lamentando per gli enormi costi che si trovano a dover sostenere per la diffusione del 5G chiedendo esplicitamente l’utilizzo della rete di illuminazione pubblica come infrastruttura di appoggio. L’utilizzo dello smart lighting è quindi di fatto una soluzione adottata e necessaria per molti servizi a valore aggiunto per le così dette città del futuro. Tuttavia si deve tener conto che già da molti anni si sta ipotizzando l’utilizzo della rete di illuminazione quale backbone per aggiungere servizi innovativi, e recentemente anche Mauro Annunziato, Direttore Divisione “Smart Energy” ENEA conferma che «Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando il modo di gestire l’ambiente urbano e la pubblica illuminazione rappresenta l’infrastruttura di partenza che impatterà 3 ambiti principali. In particolare:
La mobilità: l’inserimento di moduli “on board” nei lampioni potrà facilitare la connettività e la comunicazione. Altri dispositivi abiliteranno la ricarica dei veicoli elettrici o, ancora, serviranno per il monitoraggio del traffico. Il palo della luce diventerà sempre più un punto di dialogo tra oggetti connessi di varia natura, inclusi i veicoli.
La sicurezza: l’esigenza è quella di avere strumenti e dispositivi che permettano di rispondere velocemente in caso di fenomeni come allagamenti, terremoti, incendi ecc. in cui serve un intervento immediato e tempestivo. A questo si aggiunge l’importanza del monitoraggio del territorio, della qualità dell’aria e altro.
Il turismo: l’obiettivo è quello di supportare tutti i servizi di comunicazione e rendere più fruibili strade e centri urbani.»
Il recente PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) stabilisce 6 missioni come indirizzamento concreto agli investimenti dei prossimi anni. Nella Mission 1 viene espressa l’importanza di una modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione del Paese e nella Mission 2 viene esplicitata l’importanza di una mobilità sostenibile e del risparmio dei consumi di energia tramite l'efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato, si può ipotizzare quindi che dal punto di vista economico si possano sviluppare i fondi necessari alla trasformazione della rete di illuminazione.
Tuttavia, l’effettiva realizzazione di un programma così complesso deve fare i conti con la concreta possibilità di poterlo “mettere a terra”. Quando ci si appresta ad analizzare in maggior dettaglio gli impianti di illuminazione pubblica ci si rende conto della complessità tecnica e degli ostacoli da superare. In via non esaustiva vale la pena di ricordarne alcuni: impianti vetusti, cavidotti ostruiti, pozzetti allagati e muffole corrose. Questo implica che spesso e volentieri i progetti di adeguamento comportano tempi e costi che vanno ben al di sopra di quello che inizialmente si è ipotizzato in sede di progetto.
Un'altra barriera di tipo tecnico è rappresentata dalle competenze necessarie all’introduzione di nuovi servizi che spesso risiedono in parti dell’Azienda non direttamente coinvolte nella manutenzione degli impianti.
Per quanto riguarda gli aspetti commerciali, perché la parte dell’Azienda che ha la concessione degli impianti dovrebbe sostenere investimenti che quasi sicuramente andranno a produrre beneficio ad altre Unità aziendali? La concessione che il manutentore ha con il suo cliente permetterà a società collegate di potersi avvalere dell’impianto? Inoltre, se il manutentore non può vendere l’energia elettrica perché dovrebbe fare un investimento sull’impianto non direttamente collegato al risparmio energetico, unica sua fonte di guadagno?
Se a tutto questo si aggiunge la normativa PAN GPP che regolamenta i carichi esogeni negli impianti di illuminazione pubblica. Il 28 Aprile 2021 è scaduto il periodo di grazia concesso dalla normativa ai Comuni, principali proprietari degli impianti, per potersi mettere in regola con l’installazione di dispositivi considerati carichi esogeni. Questa norma impone di trattare in modo differenziato il consumo di energia di qualsiasi dispositivo, inserito sull’infrastruttura dell’impianto di illuminazione, che non attiene direttamente all’erogazione del flusso luminoso.
Ci troviamo in presenza di “barriere” che limitano fortemente la diffusione dei servizi di trasformazione delle città attraverso l’utilizzo degli impianti di illuminazione pubblica.
Quindi la soluzione più versatile che supera tutte le barriere finora descritte è senza dubbio quella di realizzare “impianti ad hoc” che colleghino direttamente i dispositivi per l’erogazione di nuovi servizi quali il 5G, la sensoristica necessaria alla gestione del traffico, dell’inquinamento atmosferico o della mobilità sostenibile ad un contatore a se stante e con un'infrastruttura dedicata. Ma è anche quella più sostenibile?
Dal punto di vista economico si deve mettere in conto uno sforamento economico cospicuo, immaginare di replicare l’infrastruttura 5G lungo le città significa nessun ritorno economico per chi dovrà fare l’investimento. Esistono poi almeno altri due fattori critici di successo: il tempo e la reale possibilità di intervento.
Il fattore tempo è l’elemento attraverso il quale il ritorno dell’investimento PNRR avrà senso in termini economici, sociali e di servizio. Di fronte a questo scenario che ho cercato di rappresentare nelle sue diverse sfaccettature si deve individuare una soluzione che possa essere applicabile in tempi brevi e a costi certi.
Alosys si è posta da tempo al centro della sua missione il fatto di produrre oggetti e dare servizi che possano essere immediatamente fruibili, garantendo un recupero dell’investimento nei tempi più brevi possibile.
In questo senso la nostra soluzione si adatta e si integra all’attuale rete di illuminazione pubblica, permettendone comunque lo sviluppo futuro, usufruendo dei nuovi servizi senza inutili attese, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza e di gestione della normativa.
La scelta Alosys è in linea con il principio della sostenibilità sia economica che tecnica, riducendo al massimo interventi di scavo che provocano disagi e aumentano il livello dell’inquinamento e del disagio ai cittadini. Proprio in questi giorni stiamo sviluppando una soluzione per la micro-mobilità focalizzata alla realizzazione di stazioni di ricarica sul perimetro urbano, utilizzando l’impianto di illuminazione pubblica esistente.
Con la soluzione Alosys gli impianti di illuminazione pubblica diventano di fatto la migliore infrastruttura già disponibile sul territorio per accogliere nuovi servizi di trasformazione delle città.
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