Per valutare la convenienza economica di un progetto per l’efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica, si deve calcolare con precisione il tempo di ritorno dell’investimento (payback time). Dopo quanti anni si sarà ripagata la spesa iniziale sostenuta per l’intervento di riqualificazione energetica?
In media il payback time è di 3-4 anni grazie al notevole risparmio in bolletta assicurato dalle lampade led rispetto alle lampade tradizionali, come quelle a ioduri metallici o a vapore di sodio; ma il risparmio in bolletta non è l’unica voce da considerare quando si calcola il tempo di ritorno dell’investimento.
Come investire nell’efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica
Vediamo allora quali elementi entrano in gioco in un investimento di efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica. Innanzi tutto, bisogna definire con molta chiarezza la “baseline” energetica-monetaria, cioè la situazione di partenza: quanto si spende in un anno per alimentare un certo numero di punti luce e per i servizi di manutenzione.
Poi bisogna confrontare la baseline con il traguardo di efficientamento energetico per l’illuminazione pubblica: quanto si spenderà in un anno per alimentare i nuovi punti luce installati, che potrebbero essere aumentati o diminuiti rispetto alla situazione di partenza. A volte, infatti, sostituire tutti i punti luce esistenti con lo stesso numero di led non è la soluzione ideale.
I calcoli dell'efficientamento energetico dell'illuminazione pubblica
Di norma, si considerano 4.200 ore/anno di funzionamento per ogni lampada e si moltiplica il consumo in kWh per il costo medio dell’energia; oltre al risparmio conseguibile con la riduzione dei consumi energetici (la tecnologia led permette di ridurre i consumi mediamente del 50% con punte molto più elevate in certi casi), occorre anche valutare quanto caleranno i costi per l’esercizio e la manutenzione dei nuovi impianti.
E questi vantaggi andranno poi comparati con il costo complessivo per sostituire le vecchie lampade e-o installare nuovi punti luce.
Ridurre il payback time dell'efficientamento energetico dell'illuminazione pubblica
I fattori che influiscono su un progetto di efficientamento energetico per l’illuminazione pubblica non sono ancora finiti.
Un contributo per abbassare il tempo di ritorno dell’investimento, infatti, può arrivare dai certificati bianchi o Titoli di efficienza energetica (TEE), riconosciuti dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per attestare che grazie a un determinato progetto di efficienza si è raggiunto un certo risparmio finale di energia.
Così un titolo equivale al risparmio di una tonnellata equivalente di petrolio (Tep) e ogni Tep corrisponde a 5.347 kWh elettrici. Ricordiamo poi che questi certificati sono corrisposti dal GSE per cinque anni ai progetti di relamping che riguardano sostituzioni e rifacimenti di vecchi impianti e per sette anni ai progetti interamente nuovi.
Intanto i prezzi dei titoli tra gennaio e febbraio 2020, come emerge dai risultati delle ultime aste svolte dal GME (Gestore dei Mercati Energetici), hanno superato 260 euro dopo che si erano stabilizzati su quella soglia nelle sessioni di vendita del 2019.
In tantissimi casi, poiché le iniziative di relamping richiedono un investimento iniziale piuttosto elevato, i comuni affidano i progetti alle società specializzate nei servizi energetici (Energy Service Company, ESCo), che si assumono l’impegno di finanziare e realizzare i lavori, compresa la richiesta dei certificati bianchi al GSE, attraverso le gare per l’assegnazione di contratti di prestazione energetica con garanzia di risultato e finanziamento tramite terzi (project financing).
Oltre l'efficientamento energetico dell'illuminazione pubblica
Infine è bene chiarire che l’efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica non serve soltanto a risparmiare energia elettrica e ridurre le bollette, ma anche a realizzare nuove infrastrutture “intelligenti” nell’ambito di una smart city, una città sempre più evoluta grazie alle tecnologie digitali.
L’obiettivo quindi è migliorare la qualità dell’illuminazione pubblica e offrire più servizi ai cittadini: ad esempio, si possono implementare sistemi per l’illuminazione adattiva con sensori e-o telecamere che consentono di auto-regolare i flussi luminosi in tempo reale in funzione di vari fattori, come il traffico stradale e le condizioni meteorologiche.
Si stanno anche diffondendo applicazioni di “motion light”, tramite sensori che attivano le luci nelle aree pedonali solamente quando c’è un passaggio di pedoni o ciclisti; e sui lampioni led intelligenti si possono installare dispositivi e servizi aggiuntivi come sistemi di videosorveglianza, punti di ricarica per veicoli elettrici, apparecchi per il monitoraggio dell’aria.
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