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- MSP i 5 vantaggi per il business
MSP la chiave di accesso al ROI e un Time to market rapido per i servizi e le infrastrutture IT I Managed service provider , possono essere un alleato per il tuo reparto IT a patto di garantire un’eccellente Customer Experience. Cos’è un MSP La definizione di un IT Managed Service Provider (MSP) può variare in base alla persona con cui si parla, ma nel settore della piccola e media impresa l’MSP è un fornitore di soluzioni IT che offre: Help Desk Telefonico e/o Remoto illimitato : Gestione e manutenzione IT proattiva Gestione dei fornitori Tariffazione flat, ossia a costo fisso Ma nel settore Enterprise, più esteso del termine le funzioni MSP non termina nell'infrastruttura IT o nell'erogazione di un servizio, ma va completata nella gestione della Brand identity e della Reputation del Cliente. Perché avvalersi di un MSP? I motivi sono tanti ma possiamo riassumerli in 5 vantaggi per il Business: MSP: I 5 vantaggi per il business 1 - L’ Accesso alla tecnologia Un MSP non solo può alleviare il tuo carico IT, ma rafforzare anche le capacità della tua organizzazione nell’accesso alle ultime tecnologie al passo con la concorrenza del mercato. 2 - Il Ritorno sull’investimento (ROI) La manutenzione delle infrastrutture e dei servizi è un compito fondamentale che i MSP tendono ad alleggerire. Questo non significa solo alleviare la manutenzione e il monitoraggio dal tuo personale che può concentrarsi su attività di alto valore, ma significa anche ridurre i costi. 3 - L’ Attivazione dei servizi Una gestione già esistente, avanzata e aggiornata, riduce naturalmente l’investimento iniziale diminuisce il Time-to-market e aiuta a gestire le spese operative 4 - La sicurezza delle informazioni Un MSP consolidato ed esperto garantisce standard elevati di sicurezza e può direzionare il cliente verso le soluzioni cyber security più adatte. 5 - L’ Accesso alla consulenza Affidarsi a un partner di Managed IT Service significa avere un consulente sempre a disposizione. Sopra l'offerta MSP di Alosys. IT and CUSTOMER SERVICES I nostri Servizi e tecnologie di supporto aiutano le aziende a garantire un’eccellente Customer Experience. Formiamo figure professionali multiskills per gestire interazioni con il cliente finale attraverso flussi omnichannel e aumentando l’engagement del cliente e il tasso di fidelizzazione. Integriamo i nostri processi con soluzioni RPA e AI per ottimizzare i tempi di lavorazione ridurre i costi e limitare gli errori nelle operazioni di routine, garantendo ROI e Customer Satisfation NETWORK INFRASTRUTTURE ICT GOVERNANCE CUSTOMER SERVICE DATA MANAGEMENT Framework di gestione dei dati per garantire un processo decisionale ben fondato.I nostri servizi di gestione e analisi dei dati sono finalizzati all'acquisizione, all'archiviazione, all'organizzazione e all'utilizzo dei dati, creati e raccolti, in modo sicuro e proattivo. DATA ANALYSYS DATA MIGRATION DATA SECURITY DATA BACKUP SOLUTIONS CYBER SECURITY Sistemi di protezione dei dispositivi mobili a tutela di tutte le informazioni riservate e dalle vulnerabilità. THREAT MANAGEMENT BIOMETRIC MANAGEMENT FOR CONFIDENTIAL DATA SHARING
- SOFTWARE FACTORY i 5 vantaggi per il business
Il "Genius loci" della software engineering ha un nome: Software Factory Il mercato Software and Platforms, è sempre più sinonimo di economia. L'offerta legata alla software engineering deve garantire un approccio sistematico, disciplinato e quantificabile allo sviluppo, al funzionamento e alla manutenzione dei software. Scopriamo insieme quale sono i vantaggi nell’affidare lo sviluppo a una SOFTWARE FACTORY SOFTWARE FACTORY: I 5 vantaggi per il business 1 - Competenze tecniche e processi Le Software factory sono composte da professionisti competenti, con skill continuamente aggiornati in materia di software development, al quale si aggiungono le competenze nell’applicare framework metodologici e best-practice. 2 - Applicazioni in linea con le esigenze di business La stretta collaborazione tra i developers, il personale IT interno e gli utenti di business permette di ottenere applicazioni perfettamente allineate con i desiderata. Il ricorso a metodologie Agile favorisce un approccio incrementale basato su quick-win intermedi, rilasci frequenti e continui test per verificare la bontà degli interventi effettuati. 3 - Time-to-market accelerato Grazie ai framework Agile e alla sinergia nel processo di sviluppo, ogni aspetto della delivery delle applicazioni, subisce una netta accelerazione. 4 - Contenimento rischi e costi La software factory garantisce una mitigazione dei rischi legati al processo di sviluppo. Adottando le best-practice Agile, infatti, si riducono i tempo di sviluppo dell’applicazione e di ogni modifica, procedendo con rilasci frequenti, in modo sa intervenire tempestivamente sugli errori o sui cambi di priorità.Si riducono, quindi, i potenziali sprechi e costi aggiuntivi di uno sviluppo fallimentare 5 - Innovazione e customer satisfaction La software factory permette una migliore organizzazione dei team coinvolti nella pipeline di progettazione,Figure multi-disciplinari collaborano per sviluppare applicazioni performanti e innovative. Favorire servizi più efficaci e prodotti innovativi ha dei risvolti positivi sulla soddisfazione degli utenti di business e, a cascata, sul cliente finale. Applicazioni performanti e innovative, permettono di offrire servizi più efficaci. Contattaci per avere informazioni sull'offerta Software Factory di Alosys. Un approccio sistematico, disciplinato e quantificabile allo sviluppo, al funzionamento e alla manutenzione dei software.
- Adeguamenti normativi per offrire servizi a valore aggiunto attraverso la rete di illuminazione pubblica
Come impatterà la Digital Transformation nelle città? Quali sono gli ostacoli normativi da superare per offrire servizi a valore aggiunto attraverso la rete di illuminazione pubblica? Il Webinar del 27 Aprile organizzato da LUMI ha esplorato i nuovi modelli di riqualificazione urbana per città intelligenti, digitali e sostenibili. Ci è stato dato modo di parlare della normativa dei carichi esogeni e dell'adeguamento della rete di illuminazione pubblica all'erogazioni di servizi a valore aggiunto per la cittadinanza. Estratto dell'intervento di Gianni Pignatelli. Può una rete di illuminazione pubblica contribuire alla Digital Trasformation delle città e quali nuovi servizi potrebbero svilupparsi? Secondo quanto riportato dal Key4biz , le principali società di telecomunicazione Verozin e AT&T si stanno lamentando per gli enormi costi che si trovano a dover sostenere per la diffusione del 5G chiedendo esplicitamente l’utilizzo della rete di illuminazione pubblica come infrastruttura di appoggio. L’utilizzo dello smart lighting è quindi di fatto una soluzione adottata e necessaria per molti servizi a valore aggiunto per le così dette città del futuro. Tuttavia si deve tener conto che già da molti anni si sta ipotizzando l’utilizzo della rete di illuminazione quale backbone per aggiungere servizi innovativi, e recentemente anche Mauro Annunziato, Direttore Divisione “Smart Energy” ENEA conferma che «Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando il modo di gestire l’ambiente urbano e la pubblica illuminazione rappresenta l’infrastruttura di partenza che impatterà 3 ambiti principali. In particolare: La mobilità : l’inserimento di moduli “on board” nei lampioni potrà facilitare la connettività e la comunicazione. Altri dispositivi abiliteranno la ricarica dei veicoli elettrici o, ancora, serviranno per il monitoraggio del traffico. Il palo della luce diventerà sempre più un punto di dialogo tra oggetti connessi di varia natura, inclusi i veicoli. La sicurezza : l’esigenza è quella di avere strumenti e dispositivi che permettano di rispondere velocemente in caso di fenomeni come allagamenti, terremoti, incendi ecc. in cui serve un intervento immediato e tempestivo. A questo si aggiunge l’importanza del monitoraggio del territorio, della qualità dell’aria e altro. Il turismo : l’obiettivo è quello di supportare tutti i servizi di comunicazione e rendere più fruibili strade e centri urbani.» Il recente PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) stabilisce 6 missioni come indirizzamento concreto agli investimenti dei prossimi anni. Nella Mission 1 viene espressa l’importanza di una modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione del Paese e nella Mission 2 viene esplicitata l’importanza di una mobilità sostenibile e del risparmio dei consumi di energia tramite l'efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato, si può ipotizzare quindi che dal punto di vista economico si possano sviluppare i fondi necessari alla trasformazione della rete di illuminazione. Tuttavia, l’effettiva realizzazione di un programma così complesso deve fare i conti con la concreta possibilità di poterlo “mettere a terra” . Quando ci si appresta ad analizzare in maggior dettaglio gli impianti di illuminazione pubblica ci si rende conto della complessità tecnica e degli ostacoli da superare. In via non esaustiva vale la pena di ricordarne alcuni: impianti vetusti, cavidotti ostruiti, pozzetti allagati e muffole corrose. Questo implica che spesso e volentieri i progetti di adeguamento comportano tempi e costi che vanno ben al di sopra di quello che inizialmente si è ipotizzato in sede di progetto. Un'altra barriera di tipo tecnico è rappresentata dalle competenze necessarie all’introduzione di nuovi servizi che spesso risiedono in parti dell’Azienda non direttamente coinvolte nella manutenzione degli impianti. Per quanto riguarda gli aspetti commerciali, perché la parte dell’Azienda che ha la concessione degli impianti dovrebbe sostenere investimenti che quasi sicuramente andranno a produrre beneficio ad altre Unità aziendali? La concessione che il manutentore ha con il suo cliente permetterà a società collegate di potersi avvalere dell’impianto? Inoltre, se il manutentore non può vendere l’energia elettrica perché dovrebbe fare un investimento sull’impianto non direttamente collegato al risparmio energetico, unica sua fonte di guadagno? Se a tutto questo si aggiunge la normativa PAN GPP che regolamenta i carichi esogeni negli impianti di illuminazione pubblica. Il 28 Aprile 2021 è scaduto il periodo di grazia concesso dalla normativa ai Comuni, principali proprietari degli impianti, per potersi mettere in regola con l’installazione di dispositivi considerati carichi esogeni. Questa norma impone di trattare in modo differenziato il consumo di energia di qualsiasi dispositivo, inserito sull’infrastruttura dell’impianto di illuminazione, che non attiene direttamente all’erogazione del flusso luminoso. Ci troviamo in presenza di “barriere” che limitano fortemente la diffusione dei servizi di trasformazione delle città attraverso l’utilizzo degli impianti di illuminazione pubblica. Quindi la soluzione più versatile che supera tutte le barriere finora descritte è senza dubbio quella di realizzare “impianti ad hoc” che colleghino direttamente i dispositivi per l’erogazione di nuovi servizi quali il 5G, la sensoristica necessaria alla gestione del traffico, dell’inquinamento atmosferico o della mobilità sostenibile ad un contatore a se stante e con un'infrastruttura dedicata. Ma è anche quella più sostenibile? Dal punto di vista economico si deve mettere in conto uno sforamento economico cospicuo, immaginare di replicare l’infrastruttura 5G lungo le città significa nessun ritorno economico per chi dovrà fare l’investimento. Esistono poi almeno altri due fattori critici di successo: il tempo e la reale possibilità di intervento. Il fattore tempo è l’elemento attraverso il quale il ritorno dell’investimento PNRR avrà senso in termini economici, sociali e di servizio. Di fronte a questo scenario che ho cercato di rappresentare nelle sue diverse sfaccettature si deve individuare una soluzione che possa essere applicabile in tempi brevi e a costi certi. Alosys si è posta da tempo al centro della sua missione il fatto di produrre oggetti e dare servizi che possano essere immediatamente fruibili, garantendo un recupero dell’investimento nei tempi più brevi possibile. In questo senso la nostra soluzione si adatta e si integra all’attuale rete di illuminazione pubblica, permettendone comunque lo sviluppo futuro, usufruendo dei nuovi servizi senza inutili attese, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza e di gestione della normativa. La scelta Alosys è in linea con il principio della sostenibilità sia economica che tecnica, riducendo al massimo interventi di scavo che provocano disagi e aumentano il livello dell’inquinamento e del disagio ai cittadini. Proprio in questi giorni stiamo sviluppando una soluzione per la micro-mobilità focalizzata alla realizzazione di stazioni di ricarica sul perimetro urbano, utilizzando l’impianto di illuminazione pubblica esistente. Con la soluzione Alosys gli impianti di illuminazione pubblica diventano di fatto la migliore infrastruttura già disponibile sul territorio per accogliere nuovi servizi di trasformazione delle città.
- Cos'è la Smart Grid: l'elettricità intelligente del futuro
La smart grid è una definizione piuttosto ampia che comprende tante possibili applicazioni “intelligenti” delle nuove tecnologie digitali connesse al mondo fisico . Un lampione, un semaforo, un’automobile, una singola abitazione, un intero quartiere, una grande città: qualsiasi oggetto, edificio o infrastruttura può diventare smart , intelligente. Sempre più spesso, infatti, si parla di smart city , smart building, smart lighting, smart home, smart mobility, per riferirsi al modo di gestire determinati beni, prodotti e servizi attraverso la sfera digitale. E l’elenco di locuzioni inglesi potrebbe continuare. Allora conviene mettere qualche paletto di orientamento in questa sequenza di diverse parole abbinate allo stesso aggettivo, smart. Che cos’è una smart grid? Che cos’è la smart grid Il tema della smart grid ha preso piede negli ultimi anni con la graduale trasformazione del sistema elettrico tradizionale, progettato per funzionare in modo centralizzato e unidirezionale: grandi impianti che producono energia elettrica e una rete di trasmissione e distribuzione che trasporta quell’energia fino ai clienti-consumatori finali (famiglie, industrie, uffici, eccetera). Diversi elementi stanno mettendo in crisi questo modello tra cui l’ampia e continua diffusione degli impianti eolici e fotovoltaici, anche di piccolissima taglia. Tuttavia, gestire una rete con migliaia di “nodi” che producono energia rinnovabile da sole e vento, diventa un compito molto complesso, perché la rete stessa deve cambiare profondamente, diventando più aperta, flessibile, interconnessa. In sostanza: più smart, più intelligente. La smart grid segue un modello distribuito, decentralizzato, multidirezionale. Smart grid ed Europa Anche la direttiva europea sulle energie rinnovabili dell’11 dicembre 2018 (RED: Renewable Energy Directive 2018/2001) spinge molto verso le reti intelligenti, perché fissa il principio dell’autoconsumo energetico non solo individuale ma anche collettivo, quindi apre le porte a nuovi schemi “one-to-many” , da uno a molti, basati sullo scambio reciproco di energia negli edifici condominiali e nelle comunità dell’energia (quartieri o città). Quali strumenti utilizza una smart grid Per funzionare correttamente, una smart grid ha bisogno di alcuni strumenti innovativi . La sua natura decentralizzata richiede che tutti i dispositivi “fisici” siano sempre connessi alla rete: impianti di produzione energetica, linee di trasmissione/distribuzione, sottostazioni elettriche, contatori e batterie per accumulare il surplus di energia, se parliamo di una smart grid elettrica. Mentre una città intelligente, ad esempio, può prevedere la connessione wireless di semafori, lampioni, stalli dei parcheggi, contenitori di rifiuti; invece in una smart home potranno essere connessi gli elettrodomestici, le lampadine, il termostato, le videocamere di sorveglianza, magari con il supporto di un assistente vocale. IoT e Smart Grid A fare da collante a tutte queste possibili configurazioni di smart grid, che siano casalinghe, di un ufficio, un’azienda, una grande città o una rete energetica, c’è sempre il “web delle cose”, meglio conosciuto con la definizione inglese Internet of Things (IoT). La tecnologia IoT permette di creare e sviluppare una rete di comunicazione digitale wireless totalmente integrata: gli oggetti sono in grado di comunicare tra loro, trasmettere dati, ricevere comandi e istruzioni. In questo modo, è possibile monitorare e gestire a distanza ogni dispositivo connesso al sistema IoT. A completare il perimetro digitale di una smart grid entrano in gioco altri strumenti, tra cui: piattaforme software e servizi cloud per l’analisi dei dati, intelligenza artificiale (un esempio è la manutenzione predittiva degli impianti industriali), realtà aumentata. Quali vantaggi assicura una smart grid In generale, i vantaggi comunemente associati all’utilizzo di una smart grid sono maggiore flessibilità ed efficienza, sostenibilità ambientale, aumento della qualità della vita e del benessere per le persone, riduzione dei consumi energetici. Ecco qualche esempio pratico di possibili vantaggi assicurati da una rete intelligente urbana (smart city), tra quelli segnalati nell’ultima edizione dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano: Una rete di lampioni smart, oltre a diminuire i consumi di energia elettrica con la regolazione intelligente dell’intensità luminosa in base alle condizioni ambientali, può alimentare altri dispositivi destinati ai servizi a valore aggiunto, come sensori per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, sistemi di videosorveglianza. Con i semafori intelligenti è possibile ridurre i flussi di traffico e ottimizzare i percorsi dei mezzi pubblici, aumentando la loro velocità media di esercizio; inoltre, i mezzi pubblici possono essere monitorati a distanza per stimare il tempo di attesa nelle singole fermate. Tramite l’installazione di speciali sensori, anche gli spazi per le auto e i contenitori di rifiuti possono entrare in una smart grid urbana. I sensori, infatti, possono segnalare in tempo reale l’occupazione dei parcheggi e il livello di riempimento dei cassonetti, rendendo più efficiente l’organizzazione dei relativi servizi (controllo delle soste e giri di raccolta dei rifiuti).
- Quanto costa l'IoT nella smart city? Meno di quanto pensi
Una città può diventare più “intelligente” con progetti di Smart City e IoT che usano il “web delle cose” ( Internet of Things ) per migliorare la vivibilità e sicurezza degli spazi urbani. Le iniziative di Smart City e IoT, infatti, sfruttano le tecnologie digitali, come quelle progettate da Alosys, per implementare nuovi servizi a valore aggiunto : illuminazione stradale adattiva, videosorveglianza, controllo del traffico in tempo reale per ottimizzare il percorso dei mezzi pubblici e così via. Smart City e IoT con la luce digitale Il web delle cose, in sostanza, permette di far parlare la stessa lingua a diversi oggetti del mondo fisico, tramite apparecchi e dispositivi smart che trasmettono dati e informazioni sul funzionamento delle “cose” connesse. Nei progetti di Smart City e IoT per l’illuminazione stradale, i lampioni led sono connessi in una rete elettrica digitalizzata (smart grid). Cosa possono fare questi lampioni intelligenti? Ad esempio, tramite sensori installati sui singoli punti luce, sono in grado di adattare il flusso luminoso secondo certi parametri rilevati in tempo reale (illuminazione adattiva), come l’intensità del traffico e la presenza di persone. Il valore dei lampioni IoT nella Smart City C’è di più: Smart City e IoT significa che i lampioni possono sviluppare valore perché le tecnologie proposte da Alosys consentono di abilitare i lampioni all’installazione di diversi dispositivi come videocamere, sistemi per il monitoraggio del traffico stradale e dell’accesso ai parcheggi, sensori per l’acquisizione di dati ambientali sull’inquinamento atmosferico. Ecco perché si parla di servizi a valore aggiunto che si possono implementare sulla medesima infrastruttura “di base”, cioè la rete per l’illuminazione pubblica trasformata in una rete intelligente con luci led e sensori IoT. Smart City, IoT e Alosys Quanto bisogna investire per sviluppare progetti di Smart City e IoT? Vediamo un esempio con le tecnologie offerte da Alosys in tema di Smart City e IoT: la soluzione “Intelligent Switching” è stata progettata per diffondere in modo semplice e veloce nuovi servizi a valore aggiunto in città, sfruttando gli impianti esistenti dell’illuminazione pubblica. La soluzione comprende diversi moduli progettati e assemblati da Alosys: Alosys Switch, Smart Box con alimentatore AC/DC e contatore di energia, più un modulo radio e un centro remoto di gestione, in modo da contabilizzare l’energia elettrica consumata dai singoli apparecchi-servizi aggiuntivi e trasmettere i relativi dati al centro remoto di controllo. Implementare facilmente l'IoT per la Smart City È bene evidenziare che questo “pacchetto” di tecnologie si può installare, facilmente e rapidamente, senza dover modificare la struttura dell’impianto e della rete in esercizio; anche il livello di manutenzione è molto basso e si può gestire da remoto. Ecco un’idea dei costi, considerando di predisporre cento punti luce all’implementazione di nuovi servizi a valore aggiunto. Il costo complessivo per installare la quantità prevista di moduli Alosys Switch (33 in questo caso: è sufficiente acquistare un numero di Alosys Switch pari a un terzo del numero complessivo dei lampioni) è pari a 3.570 euro manodopera inclusa, per un lavoro che si completa in soli due giorni. Come abilitare nuovi servizi in un progetto di Smart city e IoT La soluzione Intelligent Switching è stata sviluppata da Alosys per mettere in relazione tre aspetti fondamentali in un progetto di Smart city e IoT: tecnologia, energia, comunicazione . Il cuore del sistema è il modulo Alosys Switch che consente di portare un’alimentazione continua “h24” di energia alla base di ogni singolo lampione (nel pozzetto adiacente al palo o nell’asola dello stesso), in modo da trasformare il punto luce in punto di alimentazione su cui possono essere installati dispositivi per servizi a valore aggiunto (VAS: value-added service ), tra cui: Sensori ambientali per la qualità dell’aria; Sensori di rilevamento persone/oggetti ; Antenne di comunicazione 5G ; Telecamere di videosorveglianza; Colonnine di ricarica per veicoli elettrici ; Segnaletica stradale luminosa; Dispositivi IoT per comunicazioni wireless. Un punto decisivo del “pacchetto” Intelligent Switching è la possibilità, attraverso il modulo radio, di trasmettere e gestire i dati che riguardano il funzionamento dei dispositivi VAS. In particolare, il modulo consente di contabilizzare separatamente l’energia consumata dai singoli servizi, attraverso un contatore certificato, per una corretta e puntuale fatturazione dei medesimi servizi. Una volta attribuiti i consumi possono essere facilmente contabilizzate le spese.
- Come sfruttare i pali dell'illuminazione pubblica per Wi-Fi e 5G
Illuminazione pubblica, Wi-Fi e 5G possono sviluppare un rapporto sinergico , a tutto vantaggio delle municipalità, dei cittadini e anche delle telco. Ma cosa si intende quando parliamo di illuminazione pubblica Wi-Fi ? Partiamo dicendo che più o meno tutte le città dispongono di una rete di connettività Wi-Fi outdoor gratuita , a uso e consumo di cittadini e turisti: previa registrazione e ricezione di un SMS, questi possono navigare sulla rete pubblica in prossimità dei vari hotspot. Alcuni Comuni forniscono anche interessanti statistiche di utilizzo: a Torino per esempio, i 126 hotspot attivi hanno erogato, nel 2019, 442.074 ore di connessione verso poco meno di 400.000 utenti. Il Comune di Milano, invece, non dichiara il numero esatto ma mostra l’ubicazione dei singoli hotspot sulla classica mappa di Google, permettendo ai potenziali utenti la localizzazione precisa dei punti d’accesso. Osservando la dislocazione degli hotspot all’interno di un Comune (si può prendere ad esempio proprio Milano), da un lato è innegabile il lavoro svolto per ‘connettere’ il più possibile le città, dall’altro è parimenti palese quanto l’obiettivo di coprire il 100% del territorio comunale sia lontano. Le altre città, ripetiamo, sono in una situazione più o meno analoga: questo, per esempio, è il caso di Roma . Illuminazione pubblica e Wi-Fi, un’idea vincente Perché parlare dunque di illuminazione pubblica Wi-Fi ? Precisamente per quanto affermato finora: se l’obiettivo è quello di estendere il più possibile la copertura Wi-Fi pubblica nel territorio Comunale , a cui aggiungiamo anche la potenziale creazione di reti Wi-Fi private, un’ipotesi molto interessante è sfruttare l’infrastruttura della rete di illuminazione pubblica , rispetto alla quale ci si può posizionare come VAS, cioè come servizio a valore aggiunto. In pratica, l’idea è quella di usare l’infrastruttura di illuminazione esistente che è capillare per definizione, al fine di ospitare e alimentare gli hotspot Wi-Fi e contabilizzarne i consumi. Non dimentichiamo che, in questo modo, l’hotspot non si limiterebbe a fornire connettività web al cittadino o al turista desideroso di navigare liberamente, ma anche ad altri servizi ‘connessi’ che rientrano nel paradigma di smart city: totem smart presenti nelle vicinanze, la stessa illuminazione, sensoristica per la gestione del traffico e molto altro. Qual è il problema, in tutto ciò? L’unico che si intravede è che gli hotspot vanno alimentati 24/7 e anche la contabilizzazione dei consumi deve essere continua: l’infrastruttura attuale, infatti, si limita a fornire alimentazione ai pali durante le ore serali/notturne. Gli hotspot, i sensori, i totem e qualsiasi altro VAS di quelli citati andrebbero quindi gestiti in modo indipendente, magari con un pannello solare; in alternativa, è sufficiente un piccolo intervento non invasivo (non richiede scavi di alcun genere) sul palo per l’installazione di uno switch che – di fatto – ne permette l’alimentazione 24/7 e funge così da abilitatore dei servizi a valore aggiunto, tra cui gli hotspot Wi-Fi. Illuminazione pubblica, Wi-Fi e l’avanzata del 5G Tema strettamente connesso al binomio illuminazione pubblica - Wi-Fi è quello del 5G . Siamo già nell’era della rete mobile di quinta generazione, ma la capillarità è tutt’altro che raggiunta : 5G promette non solo prestazioni decine di volte superiori all’attuale 4G, ma vuole soprattutto essere un abilitatore di tante fattispecie che oggi non sono concretamente attuabili per limiti di affidabilità e, soprattutto, di latenza della rete cellulare: parliamo di auto a guida autonoma, di interventi chirurgici a distanza, di gestione puntuale di milioni di sensori IoT e molto altro. Nonostante le importanti novità tecniche del 5G, che coinvolgono sia la rete d’accesso che la Core Network, la rete di nuova concezione ha un limite rispetto al 4G, dovuto principalmente alle frequenze su cui opera (le cd. onde millimetriche): 5G ha più difficoltà ad attraversare gli oggetti e una portata minore. Tutto ciò viene risolto con le small cell , le quali hanno sì dimensioni compatte, ma vanno distribuite in modo capillare nell’area da coprire, ed è precisamente per questo che la rete di illuminazione pubblica diventa assolutamente essenziale. Essa, infatti, rappresenta quell’infrastruttura già disponibile presso cui installare i terminali di accesso radio approfittando della loro “nativa” capillarità. Al pari dei terminali Wi-Fi, anche qui fornire connettività di rete significa non solo dare un servizio ai clienti delle telco, ma anche poter sviluppare modelli di business innovativi legati al palo della luce che, a questo punto, può alimentare 24/7 prodotti a valore aggiunto (colonnine di ricarica, totem, sensori…) e contabilizzarne i consumi, che poi l’azienda fatturerà ai suoi clienti. In questo caso, così come in tanti altri, ciò che è sempre stato un costo per la municipalità può diventare non solo il perno dell’innovazione, ma anche una fonte di introito. E se questo non è un circolo virtuoso, poco ci manca.
- Smart Mobility e 5G: il ruolo centrale della rete di illuminazione
Le tecnologie digitali e la sharing economy hanno plasmato un nuovo modo di vivere, e soprattutto di concepire, la mobilità urbana: essa, ribattezzata smart mobility , rappresenta una delle principali manifestazioni di una smart city e punta a rendere più efficienti, rapidi, inclusivi e sostenibili gli spostamenti urbani. Servizi di bike e car sharing, soluzioni evolute per la mobilità, stazioni di ricarica per i veicoli elettrici e infrastrutture intelligenti (per esempio, le smart road ) si fondono in quella che non è una nuova tecnologia bensì un nuovo modo di concepire la mobilità urbana, che come al solito è “abilitato” dalle tecnologie più recenti ed evolute. Smart Mobility e la rete di illuminazione: una sinergia possibile Cosa c’entra, in un mondo in cui si parla di piattaforme tecnologiche, sostenibilità e soluzioni di comunicazione istantanea, la rete di illuminazione pubblica? In realtà , le smart street lights rientrano per diversi motivi nei discorsi relativi alle smart city : intanto perché l’ottimizzazione dei consumi - banalmente, passando all’illuminazione LED questi scendono anche del 50% - è un punto di partenza di una città che si vuole definire smart , ma soprattutto per la loro capillarità all’interno del contesto urbano. Questo fa sì che gli impianti di illuminazione pubblica già esistenti (lampioni, semafori…) possano essere sfruttati, peraltro in modo piuttosto agevole, per l’erogazione di servizi a valore aggiunto , perfettamente declinati in ottica di smart mobility e smart city . Implementare la smart mobility con l'illuminazione pubblica Qualche ipotesi? Si potrebbe partire proprio dall’ ottimizzazione dell’illuminazione pubblica , mediante lampioni stradali la cui accensione e spegnimento non sarebbe più vincolata semplicemente all’orario e alla stagione. Essi potrebbero, infatti, regolare autonomamente la propria intensità luminosa in base alle condizioni meteo, alla presenza o meno di altre sorgenti luminose e di persone o veicoli nell’area di copertura, così da ottimizzare ulteriormente i propri consumi. Non solo: in perfetta ottica di smart city si potrebbe usare l’apparecchio stesso e l’energia che lo alimenta per offrire ai cittadini, alle imprese e alle amministrazioni servizi a valore aggiunto, erogati in maniera semplice e contabilizzati in modo smart (tramite le onnipresenti app). Pensiamo dunque alla possibilità di installare, su alcuni lampioni stradali, sistemi di videosorveglianza ambientale collegati direttamente con le Control Room, oppure sensori connessi a sistemi d’allarme, oppure ancora, in ambito di smart mobility, colonnine di ricarica per automobili, moto e biciclette elettriche: in questo modo, i Comuni potrebbero incentivare non solo l’acquisto di mezzi elettrici - il cui limite percepito è proprio la scarsità della rete di ricarica -, ma anche contribuire a fondere i benefici della sharing economy con quelli delle zero emissioni . Il futuro della smart mobility Andando un po’ avanti nel tempo (ma non molto), si può senza dubbio parlare di auto a guida autonoma, che proprio per ottenere la completa autonomia dovranno effettuare comunicazioni continue e rapidissime con gli altri veicoli e con le infrastrutture stradali. La sola tecnologia a bordo dei veicoli non è infatti in grado di assicurare un livello di sicurezza tale da rendere superflua l’attenzione del conducente: solo mediante comunicazione V2V (Vehicle-to-Vehicle) e V2I (Vehicle-to-Infrastructure) sarà possibile raggiungere l’obiettivo finale , e anche qui le infrastrutture dell’illuminazione pubblica potrebbero essere determinanti, poiché potrebbero ospitare sistemi di comunicazione e sensori smart dedicati allo scopo. Oltre la smart mobility: le comunicazioni della smart city Comunicazioni velocissime, gestione di migliaia di dispositivi contemporaneamente, latenza prossima allo zero e affidabilità assoluta sono solo alcuni dei benefici del 5G , la rete mobile di nuova generazione che sta gradualmente facendo il proprio ingresso anche in Italia. Si preannuncia una vera e propria rivoluzione: 5G non è mai stato concepito, infatti, come un 4G ‘più veloce’, bensì come un sistema completamente nuovo, con una nuova rete di accesso radio e una core network rivoluzionata, fondato sulla virtualizzazione delle funzioni di rete e sul multi access edge computing per tenere bassissima la latenza e ottimizzare la disponibilità. Ma c’è un limite: l’impiego delle onde millimetriche, tipico di 5G, si scontra con la loro scarsa portata e l’enorme difficoltà nell’attraversamento degli oggetti . Una delle soluzioni è l’impiego delle small cell , ovvero nodi di accesso radio dalle dimensioni e consumi ridotti, la cui distribuzione capillare all’interno del contesto urbano sarà fondamentale (insieme all’impiego di altre tecnologie, come ad esempio il Beamforming ) per garantire non solo ottima copertura, ma anche le prestazioni “dichiarate” del 5G in determinati casi d’uso. Ecco che, dunque, la rete di illuminazione pubblica torna ad essere fondamentale: la sua straordinaria capillarità, unita ai consumi ridotti delle small cell la rende un candidato ideale per ospitare apparati di rete, che siano sistemi Wi-Fi privati ma anche sistemi di accesso radio delle telco, come appunto il 5G. Il tutto, senza la necessità di realizzare strutture ad hoc o costruire nulla: l’essenza di smart city è infatti quella di usare i dispositivi già disponibili abilitandoli per nuove funzionalità e servizi. Il 5G è uno di questi, e sarà rivoluzionario.
- Lampioni smart: niente scavi con Alosys Switch
Parlare di lampioni smart significa trasformare un semplice punto luce in un hub di servizi intelligenti gestibili da remoto . Le applicazioni sono molteplici e nel futuro prolifereranno grazie alla diffusione delle reti 5G. In virtù della sua capillarità, la rete dell’illuminazione stradale può essere la principale infrastruttura per trasformare le nostre città in smart city , agglomerati urbani intelligenti in grado di monitorare costantemente i livelli di inquinamento, i dati sulle precipitazioni e incrociarli con quelli del traffico. Città che siano in grado di offrire ai propri abitanti servizi di connettività diffusa e soluzioni per la mobilità elettrica. Città più efficienti, che offrano più sicurezza e in definitiva una migliore qualità della vita. Alcune amministrazioni locali più avvedute hanno già compreso l’importanza di questo ripensamento radicale della rete dell’illuminazione, a partire dall’impatto sui consumi. Si tratta, infatti, di convertire una importante voce di costo in una possibile fonte di profitto . Lampioni smart: come ridurre i costi di adeguamento dell’impianto L’idea di trasformare dei normali lampioni stradali in lampioni smart può spaventare il progettista, per gli interventi, i costi e i tempi di ritorno dell’investimento. Attualmente, infatti, la rete dell’illuminazione stradale è progettata per erogare energia elettrica soltanto per il periodo di accensione dei pali. Dunque, soltanto per le ore notturne. Se questa è la soluzione più ovvia per una rete di illuminazione tradizionale, non lo è per una rete di illuminazione smart. Infatti, per poter alimentare i sistemi necessari all’erogazione dei servizi a valore aggiunto bisogna portare l’energia al palo 24 ore su 24 . Questo significa nella migliore delle ipotesi equipaggiare il lampione con un piccolo impianto fotovoltaico e predisporre un sistema di accumulo. Nella peggiore, sarà necessario portare un nuovo e diverso cavo di alimentazione dal cabinet stradale. Con tutto ciò che ne consegue in termini di lavori di scavo e possibili disagi per la cittadinanza. Lampioni smart: come alimentare i dispositivi VAS Oggi, tutto questo non è più necessario grazie ad Alosys Switch : lampioni smart, in un click, senza scavi e senza pannelli solari. Alosys Switch è il dispositivo che costituisce il cuore del sistema di Intelligent Switching brevettato da Alosys : funge sia da interruttore per l’impianto illuminante che da alimentatore h24 per i device necessari all’erogazione dei VAS, i value added services che possiamo attivare con i lampioni smart. Un dispositivo dalle dimensioni estremamente ridotte - 80x38 mm, con uno spessore di 20 mm - che si installa facilmente alla base del lampione. Protetto da un involucro impermeabile certificato IP67, ha un’operatività garantita con temperature che vanno dai -20 ai +60 gradi. Alosys Switch si interfaccia con una Smart Box che può essere agevolmente posizionata nei pozzetti stradali in prossimità dei pali. È, di fatto, un contatore intelligente , che consente la misurazione puntuale degli assorbimenti causati dai servizi attivati. Il modulo della Smart Box predisposto al monitoraggio dei consumi è commercializzato da un’azienda leader del settore, certificata da un Ente internazionale secondo quanto predisposto dalla direttiva MID (Measuring Instruments Directive). Lampioni smart e sistema di gestione da remoto Con una installazione “non invasiva” , che assicura facilità di accesso e di manutenzione , Alosys Switch riconfigura i normali lampioni in lampioni smart. Consente di alimentare sensori, videocamere, hotspot Wi-Fi, prese per la ricarica di veicoli elettrici, ed è inoltre possibile contabilizzare i consumi e comunicarli a un centro di elaborazioni dati. Completano, infatti, il sistema di Intelligent Switching, un modulo radio e la piattaforma di gestione Ester . Il modulo radio può essere posizionato in cima al palo della luce e raccoglie e i valori di consumo di energia elettrica, tensione, corrente e potenza misurati dal contatore installato nella Smart Box. Ester è, infine, la piattaforma software open source predisposta per la raccolta, l’elaborazione e la visualizzazione dei dati provenienti dai moduli radio.
- 3 servizi di micromobilità che si abilitano con la ricarica as a service
Oggi parlare di servizi di micromobilità significa parlare fondamentalmente di micromobilità elettrica . La flotta di e-bike, scooter elettrici e monopattini in circolazione cresce esponenzialmente e un ruolo predominante è giocato dai servizi in sharing con l’opzione “a flusso libero” . Ma le potenzialità di questo ecosistema di trasporto non possono esprimersi pienamente senza un’ infrastruttura abilitante che, oggi, può essere la rete dell’illuminazione stradale , la cui alimentazione può facilmente rispondere alle esigenze di ricarica della micromobilità elettrica. L’illuminazione pubblica, infatti, può essere sfruttata per alimentare delle charging station , con il doppio obiettivo di ricaricare i mezzi e di assicurarli in appositi spazi di parcheggio , risolvendo in questo modo anche il problema dell’abbandono deregolamentato dei mezzi su suolo pubblico, in particolare monopattini. La “ricarica as a service” può ridurre i costi operativi delle compagnie che operano nel settore della sharing mobility e lanciare nuovi servizi e opportunità di business in ottica smart city . Servizi micromobilità: l’importanza dei dati Ci sono diverse modalità per declinare un servizio di ricarica per la micromobilità elettrica. La soluzione ottimale potrebbe essere adottare delle docking station in grado di servire tutti i “microveicoli” , siano essi monopattini e bici in condivisione o di proprietà. Teoricamente, una stessa stazione di ricarica potrebbe servire tutti gli operatori dei servizi di micromobilità in sharing operanti nella stessa città e questo sarebbe lo scenario ottimale per chi si occupa di mobility management. Le statistiche sull’utilizzo delle stazioni di ricarica possono fornire informazioni preziose sulle aree più o meno fornite dai servizi di micromobilità . Allo stesso tempo, riducendo i costi operativi delle compagnie di sharing, l’amministratore pubblico potrebbe contrattare l’accesso a una mole enorme di informazioni sulla tipologia di utenti e sulle tratte maggiormente percorse. Informazioni che possono aiutare la pianificazione urbanistica per capire, ad esempio, dove progettare corsie protette o inserire riduttori di velocità per le auto. Servizi micromobilità: le stazioni di ricarica per la seamless mobility Secondo McKinsey & Company , i cambiamenti tecnologici legati al settore della mobilità delineano una tendenza verso la “seamless mobility”, una mobilità “senza soluzione di continuità ” dove i confini tra trasporto pubblico, privato e condiviso si fanno sfuocati . In questo scenario, le stazioni di ricarica per i servizi di micromobilità , posizionate in snodi strategici, come capolinea di bus o fermate metro, sono fondamentali per offrire soluzioni di spostamento multimodali . Allo stesso tempo, è possibile guidare l’esperienza d’uso dell’utente. Le stazioni di ricarica per monopattini introducono il principio dello “ smart picking ”: prelevo o lascio il monopattino non solo dove mi è più comodo ma anche, magari, dove mi conviene, perché ad esempio posso risparmiare sul noleggio. Si aprono così nuovi modelli di business per gli operatori dei servizi in sharing . Servizi micromobilità: nuovi pannelli per info e advertising Una volta attivata, la docking station può offrire altre tipologie di servizi oltre la ricarica e il parcheggio. Un servizio utile, redditizio e facilmente implementabile consiste nel fornire informazioni sul traffico e sul trasporto pubblico locale. Come? Equipaggiando le stazioni di ricarica con display digitali . Gli stessi display digitali possono essere utilizzati come spazi pubblicitari , costituendo così una potenziale fonte di revenues per l’Amministrazione Pubblica. Come attivare le stazioni di ricarica con Alosys Switch Le stazioni di ricarica possono, dunque, potenziare e migliorare i servizi di micromobilità. Ma come realizzarle? Una soluzione con tempi e costi ridotti di realizzazione è fornita da Alosys Switch , il commutatore intelligente brevettato di Alosys che consente di sfruttare la rete dell’illuminazione stradale. La rete dell’illuminazione stradale è alimentata solo nelle ore notturne, ma con Alosys Switch è possibile sfruttare la trifase dell’illuminazione stradale per alimentare le stazioni di ricarica h 24 . Senza nuovi cablaggi e senza scavi . L’installazione richiede pochi minuti ed è quindi possibile immaginare anche soluzioni modulari, con stazioni di ricarica installate in prossimità di un grande evento pubblico, per invogliare gli utenti a raggiungerlo con mezzi elettrici, siano essi e-bike, monopattini o scooter di piccola cilindrata.
- Lampioni intelligenti nella tua città: basta un interruttore
Per prima cosa, definiamo l’espressione “lampioni intelligenti” . Da un lato vi è un chiaro collegamento con il concetto di smart lightning , e quindi di illuminazione 2.0 , dall’altro con tutto quell’ecosistema di dispositivi e soluzioni che conduce la città verso il modello di smart city . Il lampione, dunque, non diventa intelligente perché passa alla tecnologia LED e consuma meno, ma perché alimenta - e quindi funge da piattaforma abilitante - tutti quei sensori, dispositivi IoT di diverso tipo, sistemi di monitoraggio remoto e videocamere che rendono una città smart, capace di erogare nuovi servizi per i cittadini e per le imprese e di ottimizzare quelli esistenti. Li definiamo lampioni intelligenti proprio per questo motivo: perché svolgono il loro compito principale (l’illuminazione) in modo smart , ma soprattutto perché diventano la spina dorsale di una rete senza la quale la città 2.0 e i suoi servizi innovativi non potrebbero esistere. A cosa servono i lampioni intelligenti In tutto ciò, il problema è che, salvo eccezioni, l’attuale rete di illuminazione pubblica non è in grado di fungere da spina dorsale della smart city . Per un motivo molto semplice: le mancano i lampioni intelligenti, quelli che alimentano i dispositivi core della smart city (sensori, videocamere, hotspot di cui sopra). Attualmente, c’è un vincolo di natura tecnica, poiché l’energia viene distribuita ai pali da un cabinet stradale, che apre e chiude l’erogazione in funzione di un interruttore crepuscolare: ciò significa, all’atto pratico, che i pali non sono alimentati durante il giorno e quindi non potrebbero – di per sé – alimentare a loro volta i dispositivi che sono alla base della smart city e che dovrebbero – ovviamente – essere disponibili per 24 ore al giorno. Si torna in pratica al discorso precedente: al momento, i lampioni non sono intelligenti . Lampioni intelligenti e smart city grazie ad Alosys Switch A tutto c’è rimedio, anche all’incapacità della rete di illuminazione pubblica di diventare un pilastro della città 2.0. Ma un conto è avere un rimedio , un altro è averne uno pratico, poco costoso, non invasivo e implementabile in pochissimo tempo: il vantaggio di Alosys Switch è proprio questo, ovvero la sua capacità di rendere smart la rete di illuminazione pubblica (ovvero, lampioni intelligenti) senza richiedere riqualificazioni invasive e senza scavi , che in condizioni “normali” sarebbero necessari per portare nuovi cavi di alimentazione direttamente al palo. I vantaggi dei lampioni intelligenti Una soluzione di questo tipo rende superflue le soluzioni alternative, come i pannelli fotovoltaici direttamente sul palo e/o gli accumulatori. I vantaggi, peraltro, sono immensi: costi in picchiata, un progetto snello e implementabile in pochissimo tempo e nessun disagio per i cittadini. Una volta installato, Alosys Switch permette di alimentare 24/7 tutti i dispositivi che abilitano il modello di smart city tramite la rete di illuminazione pubblica , sensori, videocamere, colonnine e punti di accesso radio, per esempio. Questi possono essere installati alla base o sul palo e ricevere da esso l’energia, il cui consumo viene immediatamente contabilizzato da remoto. Come funzionano i lampioni intelligenti La soluzione di Intelligent Switching di Alosys (Alosys Switch) si compone dello switch vero e proprio , che permette il prelievo della corrente dalla rete trifase dell’impianto dell’illuminazione pubblica , e dallo Smart Box che va posizionato agevolmente nel pozzetto adiacente ai pali della luce. Questo si compone a sua volta di un alimentatore e, soprattutto, di un contatore, che misura in maniera certificata il consumo dei dispositivi che ricevono energia dalla rete dell’impianto di illuminazione pubblica, il tutto coordinato da un modulo radio, che trasmette e gestisce le informazioni relative all’energia consumata, e da un centro remoto di gestione. Architettura tecnica a parte, il sistema di Intelligent Switching è stato progettato per essere implementato in modo agevole, semplice e sicuro, permettendo così una trasformazione progressiva della città verso un modello smart e connesso , ma senza costi particolari da sostenere o disagi per i cittadini. Come abbiamo sottolineato nel titolo: per i lampioni intelligenti, basta un interruttore. Cioè, uno switch.
- Guida pratica alla normativa per l'illuminazione stradale
La normativa sull’illuminazione stradale per progetti smart fa principalmente riferimento allo standard UNI 11248:2016 . L’Italia ha così recepito le indicazioni presenti nella norma europea EN 13201-1 del 2015 e nel technical report 115 della CIE, la Commission Internationale de l'Eclairage. La nuova norma considera diversi parametri che descrivono le condizioni di utilizzo reale delle strade. Fatte salve le esigenze di sicurezza, questi parametri sono determinanti in fase di progettazione per definire le soluzioni di illuminazione più idonee per garantire la giusta visibilità e la riduzione degli sprechi. Una delle finalità della UNI 11248 è infatti l’uso razionale dell’energia. Normativa illuminazione stradale e sistemi adattivi Proprio nell’ottica di promuovere l’uso razionale dell’energia, e quindi lo sviluppo di progetti di illuminazione smart, la norma UNI 11248 definisce le caratteristiche dei sistemi adattivi. I sistemi di regolazione adattivi consentono di modulare l’intensità luminosa in funzione dei dati raccolti in tempo reale . Non si tratta solo dei dati relativi alle variazioni del traffico nelle diverse fasce orarie. I sistemi più avanzati monitorano anche le condizioni atmosferiche nonché le reali prestazioni dell’impianto di illuminazione in virtù del grado di usura degli apparati. In presenza di tali sistemi, la normativa sull’illuminazione stradale consente di declassare la categoria illuminotecnica relativa a un tratto stradale. In altre parole, in presenza di specifici parametri, è possibile ridurre la quantità di luce che il sistema di illuminazione deve garantire. Normativa illuminazione stradale: le categorie illuminotecniche Per capire come incide la normativa per l’illuminazione stradale UNI 11248 dobbiamo tenere presente il procedimento sottrattivo che sta alla base della definizione di quanto e come deve essere illuminato un tratto stradale. Ogni progetto di illuminazione stradale si basa su di una categoria illuminotecnica di riferimento per una specifica categoria di strade (autostrade, strade secondarie ecc). La categoria illuminotecnica di progetto invece, oltre alla tipologia di strada, prende in esame variabili quali l’intensità del traffico, la presenza di “zone di conflitto” come incroci e zone di incolonnamento, la presenza di pedoni. C’è infine la categoria di esercizio: se in un dato periodo, i flussi di traffico sono inferiori al previsto si può declassare la strada, riducendo di conseguenza il livello di illuminamento. Sistemi di regolazione adattiva: cosa dice la normativa sull'illuminazione stradale È proprio su questa che interviene la normativa sull’illuminazione stradale, dando una spinta alla realizzazione di progetti smart. La UNI 11248 definisce i requisiti per i sistemi adattivi. In particolare, i sistemi FAI, Full Adaptive Installations , dotati di lampade a LED e sensoristica avanzata, in grado di determinare l’illuminazione più idonea analizzando il traffico, le condizioni metereologiche e la luminanza del manto stradale. Normativa di illuminazione stradale e progetti smart La normativa sull’illuminazione stradale per progetti smart stabilisce che, in presenza di sistemi adattivi FAI, la categoria illuminotecnica può essere declassata . Si arriva fino ad un massimo di tre classi se il flusso di traffico è inferiore al 12,5% di quanto previsto in fase di progetto. Meno due classi se il flusso di traffico arriva al massimo al 25% dei valori previsti. Una classe in meno se questo valore arriva al 50%. Come è facilmente intuibile, ciò determina un importante risparmio energetico. La normativa sull’illuminazione stradale prevede un declassamento della categoria illuminotecnica anche per i sistemi adattivi di tipo TAI, Traffic Adaptive Installations . Sono sistemi adattivi meno sofisticati, in grado di rilevare esclusivamente i dati relativi al flusso del traffico. Le altre norme per l’illuminazione stradale Le altre norme essenziali per l’illuminazione stradale sono la UNI EN 13201-2, -3, -4 e -5. Le prime due riguardano i requisiti prestazionali e il calcolo delle prestazioni. La -4 e -5 invece definiscono i metodi di misurazione delle prestazioni fotometriche e gli indicatori per le prestazioni energetiche degli apparati.
- Illuminazione pubblica smart: la città del futuro, oggi
Realizzare impianti di illuminazione pubblica smart significa sfruttare le potenzialità dei dati per offrire servizi a valore aggiunto alla cittadinanza. Partendo da una infrastruttura pubblica e capillarmente diffusa sul territorio . È per questo che il tema suscita la curiosità e l’interesse di molti amministratori pubblici. Le sperimentazioni in Italia non mancano, ma c’è da affrontare il nodo dei costi. In quanto tempo si ripaga l’investimento necessario per adeguare la rete dell’illuminazione pubblica? La risposta dipende da quali e quanti servizi verranno abilitati. E da quale soluzione tecnologica si sceglie per alimentare i dispositivi – sensori, videocamere, hotspot, pannelli - predisposti per la raccolta dei dati e per l’erogazione dei servizi all’utenza. Questo perché, per esigenze di sicurezza stradale e di efficienza, una rete per l’illuminazione pubblica è progettata per essere alimentata soltanto nelle ore notturne. Ci sono diverse opzioni per garantire un’alimentazione h24. Costi e tempi di realizzazione possono variare anche di molto. Impianti di illuminazione pubblica smart: risparmio e innovazione L’esigenza primaria che spinge i Comuni verso la progettazione di impianti di illuminazione pubblica smart è quella di contenere i costi. L’uso efficiente delle risorse è l’aspetto essenziale da considerare, anche nella scelta della soluzione impiantistica più adatta . I primi interventi sono andati nella direzione di sostituire i corpi illuminanti con lampade a LED. Una scelta che una città come Milano ha adottato già nel 2015, determinando una riduzione dei consumi energetici di oltre il 50%. La tecnologia a LED, e la sua gestione con sistemi di telecontrollo, permette di modulare il flusso luminoso in maniera più efficiente, anche in base all’effettivo traffico veicolare o alla presenza di pedoni. Ma oggi, grazie all’Internet of Things e ad una sempre maggiore capacità di banda per la comunicazione dei dati, gli impianti di illuminazione pubblica smart consentono molto altro. Dalla rilevazione di parametri ambientali all’offerta di servizi per traffico e parcheggi; dalla possibilità di offrire connessioni Wi-Fi ai servizi di videosorveglianza. Illuminazione pubblica smart e servizi intelligenti Per sfruttare pienamente le potenzialità degli impianti di illuminazione pubblica smart non basta, dunque, sostituire i corpi illuminanti con soluzioni più efficienti. Bisogna infatti trasformare il punto luce in uno smart eye , un occhio intelligente capace di raccogliere, elaborare e trasmettere dati . Per far ciò, il lampione deve essere equipaggiato con una gamma di device: si pensi semplicemente a dei sistemi di videosorveglianza o a delle centraline per il rilevamento dei livelli di inquinamento atmosferico. Illuminazione pubblica smart: il problema dell'alimentazione Questi device necessitano di essere alimentati per tutto l’arco della giornata e non possono collegarsi direttamente al cavo che alimenta il lampione . Sia perché si tratta di un cavo trifase, sia perché durante il giorno non è alimentato. Le opzioni in campo sono diverse. Si può fare un nuovo cablaggio dal cabinet al palo, che necessità però di lavori di scavo; si possono inserire delle batterie alla base del palo, che vanno però periodicamente sostituite. Si possono montare dei pannelli solari con sistemi di accumulo, più esposti a rischi di danneggiamento e necessità di manutenzione. Oppure si può utilizzare uno smart switch trifase. Come realizzare impianti di illuminazione pubblica smart con Alosys Switch La soluzione progettata e brevettata da Alosys va proprio in questa direzione. L’idea alla base è semplice ma allo stesso tempo innovativa: sfruttare il cavo trifase dell’illuminazione per alimentare i dispositivi deputati all’erogazione dei servizi smart. Alosys Switch è un commutatore che si installa direttamente sul cavo trifase e consente di portare la corrente fino a tre pali della luce . Senza interventi invasivi sul manto stradale, lavori in muratura e senza la necessità di sostituire l’armatura stradale dei pali. Di dimensioni molto ridotte (65x38x20 mm) si può installare alla base o nell’asola del palo stesso. Una soluzione comoda, praticamente operativa in 20 minuti anche perché non richiede nuove certificazioni dell’impianto di illuminazione . E agevolmente accessibile per un’eventuale manutenzione. Alosys Switch è dunque la soluzione più rapida e conveniente per realizzare impianti di illuminazione pubblica smart e agevolare la transizione delle nostre città verso vere e proprie Smart City.












